Sulla materia oscura dello sguardo

PHILM numero 2, anno II, 2023 [CLOSED]

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Se nel cinema l’occhio è la fonte della rivelazione del mondo, al tempo stesso la sua costruzione non è priva di incertezze e fragilità. Talvolta lo sguardo sembra emanare dall’immagine stessa e dalla sua materia. Come ha sottolineato Thomas Elsaesser, “l’occhio è il luogo dell’incontro fra diverse strutture di visibilità e sguardi” che trovano nella strutturazione semantica e percettiva del film la propria articolazione.

Questa paradossale dinamica è stata rilevata con grande chiarezza in un libro del 1992 di Vivian Sobchack, The Address of the Eye. A Phenomenology of Film Experience: “Vedere è un atto compiuto sia dal film (che vede un mondo come immagini visibili) sia dallo spettatore (che vede le immagini visibili del film sia come mondo sia come visione di un mondo). […] la struttura esistenziale del vedere è raddoppiata nell’esperienza cinematografica”.

Lo sguardo diviene così il plesso teorico a partire dal quale è possibile dispiegare una più ampia prospettiva sul cinema, che raccoglie gli aspetti metapsicologici, somatico-percettivi e tecnologici che non possono essere tradotti e linearizzati né attraverso la narrazione né in termini di traccia e impronta. Qualcosa interrompe qui la centralità del tempo cronologico e della concezione geometrale dello spazio mostrando come l’esperienza del film si costruisca su continui sconfinamenti – empiétement, avrebbe detto Maurice Merleau-Ponty – tra il vedente e il visibile. Al tempo stesso, lo sguardo si struttura su temporalità incerte e reversibili, sul chiasma di profondità e superficie e perde così il suo ruolo esclusivo di funzione, divenendo campo ovvero spazio topologico, in cui si moltiplicano i vettori e in cui la stessa intenzionalità si ribalta. Si tratta di un campo di visibilità che lo sguardo non solo percepisce come oggetto che sta davanti a sé ma che abita e che percorre secondo tracciati sempre nuovi e imprevedibili. Il dispositivo cinematografico mette così in discussione non solo l’idea che abbiamo della percezione naturale ma l’idea stessa di una visibilità assoluta, e lo fa attraverso ciò che potremo chiamare una “materia oscura”, un campo di forze che il soggetto non vede ma che gli permette allo stesso tempo di vedere.

Oltre a invitare a proporre una riflessione originale a partire da questi temi, la redazione segnala anche alcune linee di ricerca che si potrebbero sviluppare:

  • le differenti dinamiche dello sguardo nello spazio filmico;
  • la circolazione dello sguardo all’interno dell’inquadratura;
  • il primo piano come interruzione del flusso narrativo e costruzione di temporalità non lineari;
  • il rapporto tra film e sguardo autoriale del regista;
  • lo sguardo e la rottura della quarta parete nel cinema;
  • le condizioni trascendentali della visione nell’esperienza filmica;
  • verità dello sguardo e verità del reale;
  • Dziga Vertov: kinoglaz kinopravda
  • il rapporto tra sguardo e ascolto nella costruzione del film e nella sua fruizione.

 

Procedura di selezione

Si prega di inviare un abstract di massimo 1000 battute (spazi inclusi) entro l’ 1 Settembre 2022all’indirizzo della redazione: philm@ateneo.univr.it, indicando il titolo della proposta, la sezione della rivista a cui si intende partecipare (Scritture Tracce) e una breve biografia dell’autore o dell’autrice. Le proposte verranno valutate dalla redazione e gli esiti della selezione verranno comunicati, via mail, entro il 15 settembre 2022. I contributi selezionati dovranno poi essere inviati entro il mese di maggio 2023 e saranno sottoposti a double-blind peer review.

I contributi, scritti e composti appositamente per la rivista, dovranno rientrare in una delle seguenti sezioni:
Scritture: saggi di approfondimento dedicati al tema specifico del singolo numero, di lunghezza compresa tra i 25000 e i 35000 caratteri (spazi e note inclusi);

Tracce: articoli più brevi, dedicati a singoli film, opere video-artistiche, sempre legati al tema del numero ma di lunghezza compresa tra i 15000 e i 20000 caratteri (spazi e note inclusi).

La pubblicazione del volume è prevista entro la fine del 2023.