Gesto, figura

PHILM numero 4, anno IV, 2025 [CLOSED]

DOWNLOAD CFP (PDF)

L’attenzione per le pose e i movimenti del corpo è una caratteristica che risale già alle origini del cinema: una nozione rudimentale di gesto si trova all’opera fin dagli esperimenti cronofotografici di Étienne Jules Marey e di Eadweard Muybridge, con la loro insistenza sulle posture, sui movimenti e sulle espressioni dei corpi, di cui intendevano analizzare la struttura dinamica come successione temporale.

Ciò che colpisce di più di un gesto cinematografico è quanto in esso eccede la pura dinamica azione-reazione, trasformando l’azione in una figura dell’espressione. La stessa idea di personaggio cinematografico potrebbe così indicare la figura che emerge dalla molteplicità dei suoi gesti, che definiscono – o disegnano – lo spazio variabile della sua identità.

Il gesto non è tuttavia un segno vincolato esclusivamente alla figura umana. Si potrebbe parlare, infatti, anche del gesto di un paesaggio – l’ondeggiare del ramo di un albero mosso dal vento – il quale, una volta presentato sullo schermo, rompe la configurazione percettiva e prospettica abituale del paesaggio stesso. Così trasfigurato sulla pellicola, il paesaggio diviene qualcos’altro proprio perché costruito all’interno del circuito mediale del cinema. Quando, negli anni Venti del Novecento, Jean Epstein cerca di formalizzare l’idea di fotogenia, lo fa precisamente assegnando al cinema la capacità espressiva di trasformare l’azione naturale e profilmica in un gesto.

L’immagine diviene allora il milieu all’interno del quale il gesto prende vita, assumendo forme specifiche, interagendo attivamente con il suo ambiente e ridefinendo il campo di possibilità aperto dalla riarticolazione e dal prolungamento del gesto da parte dello spettatore. In questo modo ogni opera cinematografica, può essere a sua volta considerata come un grande gesto sintetico da parte del regista, capace di integrare i singoli gesti che si succedono all’interno del film stesso – i loro concatenamenti e le figure che essi generano. In questo senso, a partire dalla catena di gesti che disegna la cifra stilistica di quella specifica operazione cinematografica, sarà anche possibile isolare alcune figure concettuali. Pertanto, invitiamo i nostri autori e le nostre autrici a presentare una proposta che tematizzi una specifica figura (o una rete di figure) concettuale, mostrando come emerga dal tessuto gestuale e figurale dell’immagine in movimento.

 

Procedura di selezione

Si prega di inviare un abstract di massimo 1000 battute (spazi inclusi) entro il 1° settembre 2024 all’indirizzo della redazione: philm.redazione@gmail.com indicando il titolo della proposta, la sezione della rivista a cui si intende partecipare (Scritture o Tracce) e una breve biografia dell’autore o dell’autrice. Le proposte verranno valutate dalla redazione e gli esiti della selezione verranno comunicati, via mail, entro il 15 settembre 2024. I contributi selezionati dovranno poi essere inviati entro il mese di maggio 2025 e saranno sottoposti a double-blind peer review.

I contributi, scritti e composti appositamente per la rivista, dovranno rientrare in una delle seguenti sezioni:

* Scritture: saggi di approfondimento dedicati al tema specifico del singolo numero, di lunghezza compresa tra i 25000 e i 30000 caratteri (spazi e note inclusi);

* Tracce: articoli più brevi, dedicati a singoli film, opere video-artistiche, sempre legati al tema del numero, di lunghezza compresa tra i 15000 e i 20000 caratteri (spazi e note inclusi).

La pubblicazione del volume è prevista entro la fine del 2025.