Cosa può un corpo animato?

PHILM numero 6, anno V, 2026 [OPEN]

Cosa può un corpo animato?

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Nel celebre cortometraggio di Émile Cohl del 1908, Fantasmagorie – candidato al titolo di primo film d’animazione della storia delle immagini in movimento – i segni bianchi tracciati su cartoncino nero prendono vita e, in apertura, un uomo in una sala di proiezione viene parzialmente accecato da un voluminoso cappello piumato. Strappare le piume diventa l’atto di un “veder meglio” rispetto a uno schermo cinematografico: la decostruzione di un ostacolo “reale” che ostruisce le fantasmagorie sullo schermo.

Sulla scia di questa metafora, il prossimo numero di PHILM intende esplorare la nozione di animazione come operazione di rottura con i vincoli d’indessicalità, entro i quali la ripresa cinematografica normalmente s’incardina. Si tratta di pensare il concetto di animazione come implicato non esclusivamente nel cartone animato o nella creazione di personaggi in CGI, ma come processo aperto all’interno di qualsiasi immagine in movimento e per il quale un segno può “animarsi”. Ma in che modo ed entro quale spazio?

Se qualcosa si anima lo fa in uno spazio ibrido e liminale, in una porzione anarchica e schizofrenica dello spazio bidimensionale dell’immagine. Quello dell’animazione è necessariamente il luogo di un caotico “affollamento dei segni” tale per cui solo attraverso una sovrapposizione di pose differenti qualcosa si anima, prende forma e si lascia percepire come vivo. All’interno di questa cornice teoretica, l’animazione smette d’essere un genere per divenire un evento interno all’immagine in movimento, un processo che può manifestarsi nell’immagine cinematografica tanto quanto nei cartoni animati (esemplari sono in questo senso il lettering nell’avventura cinematografica dell’espressionismo, gli inserimenti di altre immagini all’interno dell’immagine filmica o la ripresa di situazioni cinematografiche, come locandine o rimandi scritti ad altri film).

Se cinema e animazione appaiono strutturalmente distinti, pure molti percorsi cinematografici appaiono caratterizzati dalla capacità di sconfinare in altri territori, propri dell’animazione, scardinando i vincoli del reale sullo schermo.

Il digitale e gli effetti speciali hanno ulteriormente messo in crisi il confine tra cinema e animazione, permettendo al cinema di realizzare nuove fantasmagorie. Ma quali continuità e differenze permangono tra la fantasmagoria artificiale generata in di gitale e quella ottenuta con disegni animati? In che misura il cinema contemporaneo, con i suoi effetti speciali, ha intercettato (o tradito) quella “soglia nella soglia” tipica del tratto animato? Che cosa può realmente un corpo animato, in opposizione o in prossimità a un corpo filmico? In che modo questa riflessione ci permette di pensare la natura stessa dell’immagine la cui cornice, lungi dal fungere da vincolo, finisce per accogliere elementi asimmetrici (disegni, lettering, ideogrammi o pittogrammi) che ne riscrivono continuamente lo statuto?

PHILM invita pertanto contributi che esplorino la relazione tra animazione e immagini filmiche, anche al di là del genere del cartone animato o dell’anime, individuando le implicazioni teoretiche che il concetto di “animazione” possiede per la costruzione stessa delle immagini in movimento.

 

Procedura di selezione

Si prega di inviare un abstract di massimo 1000 battute (spazi inclusi) entro il 1° settembre 2025 all’indirizzo della redazione: philm.redazione@gmail.com indicando il titolo della proposta, la sezione della rivista a cui si intende partecipare (Scritture o Tracce) e una breve biografia dell’autore o dell’autrice. Le proposte verranno valutate dalla redazione e gli esiti della selezione verranno comunicati, via mail, entro il 30 settembre 2025. I contributi selezionati dovranno poi essere inviati entro il mese di maggio 2026 e saranno sottoposti a double-blind peer review.

I contributi, scritti e composti appositamente per la rivista, dovranno rientrare in una delle seguenti sezioni:

* Scritture: saggi di approfondimento dedicati al tema specifico del singolo numero, di lunghezza compresa tra i 25000 e i 30000 caratteri (spazi e note inclusi);

* Tracce: articoli più brevi, dedicati a singoli film, opere video-artistiche, sempre legati al tema del numero, di lunghezza compresa tra i 15000 e i 20000 caratteri (spazi e note inclusi).

La pubblicazione del volume è prevista entro la fine del 2026.